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Pnrr Terni, San Lucio: appalto da 10 milioni di euro tra demolizioni e parcheggio interrato

22 Gen 2023 16:42

di S.F.

Demolizione dei tre edifici esistenti risalenti ad oltre mezzo secolo fa, costruzione di due nuove strutture ed un parcheggio interrato. In estrema sintesi è uno dei più importanti interventi previsti nell’ambito Pnrr a Terni: è il recupero/riqualificazione del quartiere di San Lucio con il coinvolgimento anche di via Saturnio e via Sant’Apollonio. Il 20 dicembre l’Ater – il soggetto attuatore – ha approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica da porre a base di gara e quindi avviato l’iter: l’appalto integrato in ballo ha un importo stimato da 10 milioni e 37 mila euro, il 90% del quale soggetto a ribasso. C’è subito una proroga. A seguire l’iter sono rispettivamente la responsabile della procedura di affidamento Marta Cardoni e la Rup, l’ingegnere Elisa Lucaroni.

La procedura per l’affidamento

Finora i dettagli dell’intervento non erano del tutto noti, d’altronde il PFTE (progetto di fattibilità tecnico-economica) è stato approvato un mese fa. Ater a quel punto si è attivata con un avviso pubblico di preinformazione di indizione gara per l’invito degli operatori economici: in gioco c’è la progettazione esecutiva da chiudere in 34 giorni e l’esecuzione del restyling in ben 855 giorni dalla consegna dei lavori. Di fatto se tutto andrà liscio l’operazione sarà conclusa nel 2026, tempo limite per il Pnrr. Il tutto per un quadro economico complessivo da 12,6 milioni di euro. Si è registrata subito una proroga: a firmarla lo scorso 11 gennaio è stato l’architetto Marco Larini, con le manifestazioni di interesse che ora potranno essere inviate fino alle 13 del 31 gennaio.

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Lo stato attuale ed il progetto

Il maxi intervento: demolizioni, riassetto e parcheggio

La cifra è molto elevate e per Terni di fatto è l’intervento di maggior rilievo (parlando di Pnrr) a livello economico dopo quello del teatro Verdi. Cosa si farà dunque nell’area così problematica da anni? In uno dei documento progettuali a base di gara si specifica che in origine ci fu un intervento« di edilizia pubblica degli anni sessanta, costituito da quindici edifici in linea disposti su tre file; gli edifici recenti realizzati da privati e da cooperative; è costituito da corpi di fabbrica paralleli; nessun edificio era dotato di ascensore né di parcheggi interrati». Ora si rade al suolo tutto: «Il nuovo progetto prevede la riqualificazione urbana e ambientale mediante la demolizione dei tre edifici disabitati di proprietà comunale posti al lato nord, la ristrutturazione parziale di altri edifici di proprietà Ater Umbria e il riassetto degli spazi aperti e della viabilità». Si procederà con un «corpo in linea che ridefinisce il calibro di via San Lucio (allargato ora a 10 metri) e da un corpo compatto a corte sul lato a est, in modo da generare un nuovo spazio pubblico per il quartiere. Questo è caratterizzato da attività di interesse pubblico al piano terra (appartamenti-studio in duplex e locali per attività sociali o commerciali) e da un parcheggio interrato per circa 50 posti auto. I parcheggi sono in eccedenza rispetto all’intervento residenziale (di circa 33 alloggi), perché potranno essere destinati agli abitanti delle altre case del quartiere». Ci sarà un notevole sbancamento di terreno con quote medie variabili entro la profondità di quattro metri su una superficie di 50×50. Tutto a causa del parcheggio interrato.

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Una delle palazzine da demolire

Il nodo viabilità e la restituzione di spazi

Non l’unica novità come si può comprendere meglio – pubblichiamo le immagini progettuali nella gallery – dai rendering di massima inseriti nel PFTE. «Il sedime del nuovo fabbricato differisca in molti punti e il nuovo sedime non corrisponderà al vecchio. Soprattutto il lato nord rispetto ai tre palazzi esistenti sarà oggetto di uno scavo sostanzialmente ex novo, poichè attualmente interessato dalla viabilità interna del quartiere. Lo stesso si può dire delle vie interne tra i tre fabbricati, che saranno oggetto di sbancamento». In generale saranno sostituiti i tre edifici già citati con due strutture per un totale di circa trentatre alloggi: previsto anche l’aumento di superfici permeabili, nuove piantumazioni, mitigazione delle isole di calori e «valorizzazione degli spazi pedonali e ciclabili». Ancora focus sulla viabilità: «Si propone una riorganizzazione e gerarchizzazione del traffico motorizzato, La strada veicolare (in asfalto) sarà differenziata dalle altre pavimentazioni pedonali e di sosta delle auto, inoltre, la creazione di un’ampia autorimessa interrata avrà̀ la duplice funzione di assicurare un posto auto in prossimità degli alloggi ma al tempo stesso permetterà̀ di liberare dalle auto molti spazi comuni sottraendoli al traffico veicolare e restituendoli alla comunità».

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L’ingresso nell’area

Le difficoltà del quartiere: dormitorio, alloggi e assenza di spazi verdi

Interessante anche alcuni passaggi contenuti nella relazione di sostenibilità dell’opera, in primis sui problemi del quartiere di San Lucio: viene citato il fatto che è «un’isola’ raggiungibile solo attraverso due ponti e questa difficoltà di accesso ha, nel corso degli anni, fatto scomparire le attività commerciali ed i servizi presenti favorendo l’abbandono da parte dei residenti e relegandolo ad una funzione di dormitorio». Poi «la carenza di percorsi pedonali sicuri e la presenza di numerose cesure che rendono di fatto difficoltosa la fruizione dei servizi pubblici disponibili solo oltre i due ponti di accesso e costituiti da una sola linea autobus che lo collegano alla stazione ferroviaria, mentre sono totalmente assenti i percorsi ciclabili. L’unico mezzo di trasporto possibile per raggiungere i servizi è quindi l’auto; l’assenza di parcheggi e di spazi verdi per l’aggregazione». Non va meglio con gli alloggi, il resoconto è tutto dire: «In totale, gli edifici di edilizia pubblica offrono 214 alloggi, di cui la maggioranza 105 (49%) di proprietà di Ater Umbria; 65 (30%) del comune di Terni e 44 (21%) sono stati ceduti a soggetti privati. Una parte considerevole (93, il 43,5%) non risulta locata. Questo riguarda in particolare gli edifici A e B, che sono completamente vuoti, e il palazzo C in cui sono rimaste solo quattro famiglie, per un totale di 65 alloggi sfitti». Ciò è imputabile alla «particolare conformazione delle residenze che hanno un taglio medio di 50 mq, che mal si adattano ai nuclei familiari numerosi che occupano i primi posti delle graduatorie comunali». La gara dovrà giocoforza concludersi entro il primo semestre 2023, poi inizierà la parte complicata.

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