29 Mar 2023 10:56 – di Carlo Marini
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è intervenuto con una nota di solidarietà alla Polizia dopo il pomeriggio di caos e violenza ieri in una piazza del centro, a Cagliari: un gruppo di immigrati africani ha aggredito violentemente due poliziotti durante un controllo antidroga.
Un poliziotto è caduto per terra ed è stato preso a calci alla testa e ora si trova all’ospedale Brotzu con diversi traumi mentre due suoi colleghi hanno riportato ferite più lievi. Altri giovani nordafricani presenti nella piazza si sono uniti ai due aggressori e sono in corso le indagini per identificarli. Al termine dei tafferugli due algerini sono stati arrestati: uno risulta irregolare e ha precedenti di polizia per droga e reati contro il patrimonio.
Il ministro Piantedosi, nel condannare fermamente ogni azione violenta contro gli operatori delle Forze dell’ordine, ha espresso «gratitudine per l’impegno e la professionalità di chi ogni giorno lavora con sacrificio per garantire la sicurezza sui nostri territori».
Ma la situazione dell’ordine pubblico a Cagliari resta drammatica: il sindacato di polizia Siulp annuncia un sit in di protesta. “La legalità deve trionfare sul malaffare e la polizia deve essere aiutata ad espletare la propria mission – commenta il segretario generale regionale Giuseppe Caracciolo -. Servono uomini e mezzi in numero maggiore per far fronte a certi scenari ma servono altresì pene certe sui reati commessi nei confronti delle helping professions”. “Scenderemo di nuovo in piazza a Cagliari a fianco della segreteria provinciale del Siulp per raccogliere ancora ulteriori firme dei cittadini che credono ancora nello Stato e nella giustizia – aggiunge Caracciolo -. Organizzeremo un grande sit-in e fin d’ora saremo felici di avere tutti gli operatori delle helping professions di ogni categoria per far sentire la propria voce e per portare al Governo le firme di chi vuole aiutare lo Stato”.
In una nota, interviene anche il segretario generale provinciale Siap di Cagliari, Mauro Aresu. “La cosiddetta criminalità diffusa e in primis il piccolo spaccio da strada imperversano perché le forze dell’ordine non hanno numeri sufficienti a fronteggiare il fenomeno – aggiunge – Certo poi non aiutano le norme penali e procedurali stravolte e corroborate da buonismo di facciata e di certo non aiutano a limitare il problema, infatti, troppo spesso soggetti arrestati in flagranza per spaccio da strada e/o altri piccoli reati, tornano liberi senza scontare un giorno di carcere in custodia cautelare, circostanza non imputabile a Pm e giudici che sono costretti ad applicare le norme in vigore. Per non parlare – conclude – poi dell’assoluta mancanza di certezza della pena perché anche laddove si giunga ad una condanna definitiva, altre normative costringono i giudici a sconti di pena che hanno la conseguenza di diseducare alla legalità facendo passare il messaggio che il crimine paga”.