Nei giorni scorsi il neo Presidente della Regione Lazio, Rocca, ha incontrato il sindaco Gualtieri per discutere del termovalorizzatore, la cui approvazione portò alla caduta del governo Draghi, e delle strategie possibili per fare fronte alla grave situazione che riguarda la nostra capitale. Che Roma sia sporca è un dato di fatto internazionale, purtroppo confermato dai tanti articoli apparsi sulla stampa estera.
Lo sì vede ancora più nei giorni in cui la città, come adesso, è fortunatamente invasa dai turisti. Rocca ha espresso perplessità più che legittime sull’impatto del termovalorizzatore ma ha offerto diligentemente la massima collaborazione istituzionale al sindaco di Roma.
L’avvento del nuovo governatore e di un assessore regionale competente come Elena Palazzo ci portano a sperare che si compia un lavoro serio dopo dieci anni di commissariamento del settore voluti dal centrosinistra che hanno provocato solo disastri.
Il ciclo dei rifiuti che doveva essere completato ( e il termovalorizzatore doveva essere l’ultimo tassello) è rimasto lettera morta.
L’idea della sinistra in merito era quella di trasformare l’intero Lazio come dependance residuale della capitale e questo non può essere affatto possibile. È mancata in questi lunghi anni, con un Comune metropolitano amministrato dal 2013 da centrosinistra e cinquestelle,una sinergia che portasse a quella economia circolare cui il nuovo presidente regionale giustamente fa riferimento.
Il lavoro che attende Rocca e Palazzo non è certo facile ed ha bisogno di un giusto tempo. La visione della giunta regionale non è affatto quella perniciosa del “Non nel mio giardino” che ha prodotto veti incrociati in tutta la nazione e anche nella capitale ma serve la giusta mentalità sia per contenere i costi, sia per fare in modo che il ciclo funzioni e produca anche benefici economici.
Ereditare questo scempio non è certo bello ma la giunta saprà lavorare bene, restituendo a Roma una dimensione che oggi non ha
*Vice capogruppo di Fratelli d’Italia Camera