“Il parroco della chiesa qui sono io e ti devi rivolgere solo a me”. “O con me o contro di me”. Sono alcune delle trascrizioni delle intercettazioni relative all’inchiesta coordinata dalla procura di Foggia su alcune gare indette dall’azienda ospedaliera universitaria Policlinico Riuniti di Foggia, sfociata oggi in 4 arresti eseguiti dai finanzieri per corruzione, concussione e turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Le intercettazioni si riferiscono al dirigente dell’Area Gestione Tecnica, il 62enne Massimo De Santis (in foto) per il quale il gip del tribunale di Foggia, ha disposto l’arresto in carcere, e sono state ritenute dall’accusa “significative dello stato di soggezione” in cui versava un imprenditore. Secondo l’accusa, il dirigente “abusando della sua qualità di pubblico ufficiale e dei suoi poteri, avrebbe costretto il socio di una snc, operante nel settore della falegnameria, in cambio di 26 affidamenti diretti di lavori concessi nel periodo 2019-2021, ad acquistare beni e a eseguire lavori in suo favore, tra cui la ristrutturazione di vari mobili, la realizzazione di una scala retrattile, l’acquisto e il montaggio di zanzariere per le sue abitazioni di Troia, Foggia e Pineto (Teramo) per un valore di oltre 4mila euro”.
“Sussiste il concreto pericolo che l’indagato possa commettere altri gravi delitti della stessa specie, in quanto all’esito dell’attività investigativa è emersa una personalità del dirigente dell’Area gestione tecnica degli Ospedali riuniti di Foggia, in servizio presso la struttura dal primo gennaio 2017, incline all’illecito”. Lo scrive il gip del tribunale di Foggia, Roberta di Maria, nell’ordinanza di custodia cautelare – di cui LaPresse ha preso visione -. Ai domiciliari sono finiti tre persone: l’ingegnere Nicola Stefanelli, 56 anni, di Bari, in qualità di rappresentante legale della società Esse Ingegneria srl e progettista; Giovanni Amoruso, 57 anni, di Bari, contact manager della società Siram spa; Marco Labianca, 36 anni, di Acquaviva delle Fonti (Bari), rappresentante legale della società Airleg srl.
“Sin dal suo insediamento, De Santis ha imposto il suo ruolo autoritario, sia con i dipendenti che con le ditte private così riuscendo a strumentalizzare la funzione pubblica per il perseguimento di un tornaconto personale”, scrive il gip accogliendo la richiesta della pm Anna Landi, tenuto conto degli elementi raccolti dai finanzieri di Bari, coordinati dal tenente colonnello Domenico Mallia.
“Ha una personalità scaltra come si evince sia dal fatto che era solito allontanarsi dall’ufficio con i suoi interlocutori, lasciando il proprio telefono cellulare, ovvero facendo installare nel suo ufficio, in maniera del tutto arbitraria due telecamere collegate a un’applicazione del telefono, sia dal fatto che dopo aver perso l’appoggio” di un imprenditore dopo la mancata aggiudicazione di una gara, “effettuava un bonifico in suo favore, come pagamento forfettario dei lavori svolti dallo stesso per paura di ritorsioni”.
E ancora: “Le connotazioni oggettive dei delitti perpetrati denotano una sua significativa propensione al crimine e una marcata pericolosità sociale, tale da indurre a ritenere che il comportamento dell’indagato, lungi dall’essere in episodio isolato, sia piuttosto indice di una inclinazione a delinquere”. Secondo il gip, De Santis “ha costruito una solida rete di rapporti con numerosi imprenditori e anche con funzionari di enti pubblici, per cui, ove non fosse posto a una misura custodiale, potrebbe reiterare le condotte offensive”.”Nonostante sapesse di essere indagato nel procedimento penale che ha dato luogo a perquisizioni e sequestri a febbraio 2020, piuttosto che collaborare con la giustizia, ha persistito nelle condotte illecite”. Per il gip, infine, è concreto e attuale il pericolo di “inquinamento probatorio” tenuto conto dello “stretto legame tra i soggetti coinvolti” che potrebbe portare a “formulare versioni di comodo ovvero a occultare fonti di prova”.