SPOLETO – È stato sottoscritto stamani, 27 marzo, nella Sala dello Spagna del Palazzo municipale di Spoleto l’accordo fra il Comune spoletino e l’Università degli Studi di Perugia che porterà alla creazione di un Centro Interuniversitario per la digitalizzazione del Patrimonio Culturale e Ambientale nella città del Festival dei due Mondi.
Il protocollo è stato firmato dal Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Maurizio Oliviero, e il sindaco del Comune di Spoleto Andrea Sisti, alla presenza della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, del Commissario straordinario Guido Castelli e dal Pro-Rettore Vicario dell’Ateneo perugino Fausto Elisei.
Alla firma erano presenti anche i delegati del Rettore Gabriele Cruciani, Daniele Parbuono e Daniele Porena, oltre al direttore generale, Anna Vivolo; presente anche il Senatore della Repubblica italiana Franco Zaffini.
IL PROGETTO
Il “Centro di Ricerca per l’innovazione, digitalizzazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale e ambientale” è un Centro interuniversitario (oltra all’Ateneo di Perugia sono coinvolte le Università dell’Aquila, di Teramo e della Politecnica delle Marche) il cui mandato precipuo è la realizzazione di progetti di ricerca e knowledge sharing & transfer con gli Enti deputati alla gestione territoriale e con i sistemi produttivi territoriali nell’ambito della digitalizzazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale e ambientale.
L’iniziativa, frutto del “Programma unitario di intervento per le aree del terremoto del 2009 e 2016” e finanziata con Ordinanza n. 33 del 30 giugno 2022 del Commissario Straordinario alla ricostruzione e riparazione post-sisma, si colloca nell’ambito di un accordo di collaborazione tra UniPg e Comune di Spoleto per la promozione di percorsi integrati di riqualificazione, valorizzazione e rilancio del territorio spoletino.
GLI INTENTI
“La costituzione del Centro – ha sottolineato Oliviero – è il risultato di un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni di formazione superiore di assoluta eccellenza e istituzioni del territorio, in un impegno costante e congiunto che vede il coinvolgimento, oltre che dell’Università degli Studi di Perugia, degli Atenei dell’Aquila, di Teramo e della Politecnica delle Marche, del Comune di Spoleto e del Commissario straordinario alla ricostruzione post sisma. Una straordinaria sinergia ad alto contenuto scientifico e tecnologico, che inaugura una nuova era nella diligente custodia, nella diffusione e nell’attenta valorizzazione dello straordinario patrimonio culturale e ambientale del nostro Paese. Un compito oltremodo delicato e prezioso – ha concluso il Rettore Oliviero – poiché, va ricordato, contribuisce a formare l’io pensante, la capacità critica e l’identità storica e sociale delle nostre giovani e dei nostri giovani”.
Il sindaco di Spoleto, Andrea Sisti, si è così espresso: “Questo accordo quadro nasce per dare spazio al rapporto con l’Università degli Studi di Perugia e realizzare il Centro di Ricerca per l’innovazione, digitalizzazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale e ambientale. Si tratta di un passaggio fondamentale perché il contributo di conoscenza legato all’Università permette alla città di avere delle opportunità in più. Siamo inoltre all’interno di un percorso di innovazione che vedrà Spoleto sede anche di altri due centri di ricerca, uno legato alle scienze omiche e l’altro centrato sulla ricerca per la produzione di prodotti innovativi nel campo energetico”.
Il Commissario Castelli ha affermato: “Dal male può nascere un bene; è una frase particolarmente adeguata rispetto all’iniziativa odierna, che ha lo scopo di valorizzare competenze scientifiche, accademiche, e culturali in una dimensione che da un lato è funzionale alla ricostruzione e dall’altro al rilancio economico. Questi due fattori cardine devono camminare insieme e il Governo ha voluto definire tale principio con il Decreto ricostruzione.
Questo accordo quadro prevede l’utilizzo del Fondo complementare sisma e ciò significa che già ci spostiamo verso la dimensione del rilancio. Un accordo che rientra in un progetto più ampio e articolato, reso possibile grazie alla disponibilità di tutte le università dell’Appennino centrale, con le quali sono stati individuati 4 Centri di ricerca. Nessuno degli atenei ha guardato solo a sé stesso, ma ha dato il suo contributo in una logica di squadra, di alleanza operativa. Per i 4 Centri di Spoleto, Camerino, Rieti e Teramo non si agirà solamente per la ricostruzione, ma anche nell’ottica della valorizzazione. Senza enfasi possiamo dire che qui a Spoleto potrebbe nascere il più grande centro di digitalizzazione del mondo, funzionale a sua volta alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale”.
“Si tratta di un progetto complesso e dalle grandi potenzialità in termini di sviluppo culturale, scientifico e produttivo e che potrà contare su importanti risorse finanziarie e accademiche – ha aggiunto Fausto Elisei, Pro-Rettore Vicario -. Grazie all’esteso patrimonio di competenze didattiche, tecnologiche e scientifiche messo a disposizione dal sistema della ricerca pubblica e alla collaborazione con le istituzioni coinvolte, inoltre, avrà senza dubbio rilevanti ricadute sul territorio, in termini di attrattività, di opportunità di sviluppo culturale, scientifico e di trasferimento tecnologico verso il sistema produttivo, sia locale che internazionale, con tutti i benefici sociali che ne derivano”.
“Da subito ho considerato Spoleto come ideale per realizzare questo centro – ha affermato la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei – il finanziamento è molto importate, quasi 15 milioni d euro, con prorspettive che riguardano i giovani, lo sviluppo del nostro territorio, in collaborazione con l’univeristà, che è fulcro di tantissime iniziative”.