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Superbonus, adesso le destre tagliano le detrazioni ai poveri

L’estensione a 10 anni solo per banche e imprese. Vicini alle banche, lontani dai cittadini, e soprattutto da quelli con i redditi più bassi. È la linea del governo, anche sul superbonus, Stando a fonti parlamentari […]

(il Fatto Quotidiano) – Vicini alle banche, lontani dai cittadini, e soprattutto da quelli con i redditi più bassi. È la linea del governo, anche sul superbonus, Stando a fonti parlamentari e dell’esecutivo, dal pacchetto di emendamenti riformulati al decreto superbonus – ora in discussione alla Camera, in commissione Finanze – è stata tolta l’ipotesi di poter estendere da quattro a dieci anni il periodo per consentire ai privati di recuperare in detrazione le spese del superbonus. Una misura che doveva sostenere i redditi più bassi.

Ma ora la maggioranza ha fatto marcia indietro, almeno per quanto riguarda i cittadini comuni. Perché la possibilità di spalmare in dieci anni le detrazioni sarà invece garantita a banche e imprese che hanno acquistato crediti: un emendamento riformulato riapre infatti la possibilità – già prevista dal decreto Aiuti quater – di fruire dei crediti non ancora utilizzati in dieci rate annuali. Una scelta di campo, insomma, quello dell’esecutivo. “Bocciata” così dalla capogruppo alla Camera di Alleanza Verdi e Sinistra, Luana Zanella: “Il governo Meloni conferma di avere a cuore il benessere dei ricchi e delle banche”. Mentre due esponenti di Europa Verde, Francesco Alemanni e Filiberto Zaratti, sostengono: “Con lo stralcio dal decreto della misura per facilitare l’assorbimento delle detrazioni a chi ha poca capienza Irpef. il governo scegli di lasciare i cittadini soli di fronte alla crisi climatica”. Ma tra gli emendamenti che oggi approderanno in commissione Finanze c’è anche altro. Secondo sempre le indiscrezioni filtrate sulle agenzie, si va verso il ripristino dello sconto in fattura e della cessione del credito per gli istituti per le case popolari (Iacp), le onlus e il terzo settore. La condizione per essere esclusi dal blocco, precisa un emendamento, “è che gli enti siano stati già costituiti alla data di entrata in vigore del decreto” sul superbonus.

Un’altra proposta di modifica prevede invece un ulteriore allargamento dell’esclusione dalla responsabilità in solido nell’acquisto dei crediti del superbonus, comprendendo tutti i cessionari che acquistano da una banca. Il decreto già esclude dalla responsabilità i cessionari dei crediti di imposta che dimostrino di aver acquisito i crediti e che siano in possesso di una specifica documentazione. La modifica estende ulteriormente l’esclusione a tutti i cessionari che acquistano i crediti d’imposta da una banca o da altra società appartenente al gruppo dello stesso istituto, o da una società quotata o da altra società appartenente al gruppo della stessa azienda quotata.

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