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Terni: emorragia fatale dopo l’agobiopsia. Ospedale condannato a risarcire i familiari

22 Mar 2023 22:24

Oltre 55 mila euro complessivi: questa la somma che l’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni dovrà liquidare ai familiari di un 68enne ternano, morto nel gennaio del 2017 dopo un ricovero in ospedale. La decisione, diventata nel frattempo definitiva, è del tribunale di Terni – giudice Claudia Tordo Caprioli – e fa seguito alla causa civile intentata dagli stessi congiunti attraverso le avvocatesse Laura Chiappelli e Beatrice Ercoli. Quest’ultime, ricostruendo i vari passaggi della delicata vicenda anche con il supporto di pareri tecnici, hanno sostenuto come diverse siano state le mancanze che hanno condotto al triste epilogo. Il 68enne, già gravato da problemi di salute importanti, era stato ricoverato nel gennaio del 2017 con un quadro segnato anche da un’anemia severa e da insufficienza respiratoria. Il passaggio ‘critico’ sarebbe stato rappresentato dall’agobiopsia al fegato a cui l’uomo era stato sottoposto la mattina del 31 gennaio, seguita a distanza di poche ore dal malore e dalla morte del paziente. Secondo il perito nominato dal giudice – che ha disposto la ctu per accertare l’accaduto e stabilire eventuali nessi di causalità – il decesso sarebbe avvenuto per lo shock emorragico susseguente l’agobiopsia. In particolare la lesione di un vaso sanguigno avrebbe causato uno ‘stillicidio ematico’ fatale per un paziente affetto da una grave anemia. Nella sentenza, il tribunale riconosce come l’esame non avesse il connotato dell’urgenza e come ci siano state mancanze sia nella stabilizzazione del patrimonio ematico che nella gestione del decorso post operatorio. A fronte di un rischio importante, in sostanza, sarebbe occorsa – secondo il tribunale – una maggiore prudenza in ogni fase, a partire dalla decisione di sottopore il 68enne ad agobiopsia epatica. Sul piano penale, la vicenda era stata oggetto anche di un esposto ma l’autorità giudiziaria aveva inteso archiviare il fascicolo, non ravvisando responsabilità a carico dei professionisti che avevano avuto in cura il paziente. Su quello civile, invece, si è giunti ad un risarcimento a cui si aggiunge la liquidazione, da parte dell’ospedale, delle spese di lite e dei compensi previsti.

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