30 Mar 2023 20:14
di F.T.
«Guarda, dammi retta, è una tragedia annunciata». Si lascia andare così un amico di famiglia della povera Zenepe, la 56enne di nazionalità albanese uccisa a coltellate dal marito 62enne Xhefer Uruci detto ‘Gianni’, connazionale, nel primo pomeriggio di giovedì nella loro abitazione familiare di via del Crociere 8, nel quartiere di borgo Rivo a Terni. La donna lavorava in una pescheria della zona e viene descritta come una persona «buona, dedita alla famiglia e al lavoro. Che ne ha dovute sopportare tante». Il riferimento è alle frequenti liti – e anche qualche aggressione – scoppiate fra le mura domestiche. Il marito, affetto da seri problemi di salute e che da tempo non lavorava dopo aver fatto l’operaio per un’impresa edile ternana, sembra avesse il vizio dell’alcol che, da solo o unito a volte all’assunzione di farmaci, aveva finito per appesantire ancora di più la situazione familiare. «Lui era geloso, di tutti» racconta un conoscente. Ed è proprio la gelosia uno dei concetti che il figlio della coppia, che al momento dei fatti era fuori Terni e si è reso conto via telefono del dramma che si stava consumando, ha riferito alla polizia circa il presunto movente del delitto. Al culmine dell’ennesima lite la 56enne è stata colpita al collo – non è chiaro se da uno o più fendenti – ed è crollata sul pavimento fra soggiorno e cucina, in una pozza di sangue.
Drammatica telefonata
A rendersi conto di ciò che si stava accadendo nella casa di via del Crociere, è stato per primo il figlio della coppia che si trovava in provincia di Viterbo per lavoro ed è stato raggiunto da una telefonata. Era il padre: «Guarda, ho il coltello e faccio un casino». Sotto, le urla della madre. Temendo il peggio, ha subito avvertito la sorella e la polizia, ma quando gli agenti della squadra Volante e della squadra Mobile si sono portati sul posto, la tragedia si era già consumata. Xhefer Uruci era ancora in casa e l’arma del delitto lì con lui. L’uomo è stato portato in questura e poi – in un contesto fatto di silenzio, lacrime, incredulità di vicini, familiari e conoscenti accorsi sul posto – sono iniziati i rilievi della polizia Scientifica. Sul posto anche il dirigente della squadra Mobile Davide Caldarozzi e il sostituto procuratore Giorgio Panucci, oltre al medico legale Marco Albore. Accertamenti che sono andati avanti per qualche ora, fino alla prima serata quando la salma della donna è stata portata all’ospedale di Perugia per gli accertamenti medico legali.
Pietà e dolore
Durante quelle operazioni, una vicina ha deposto con pietà tre lumini accanto al portone di ingresso della palazzina, in segno di cordoglio, vicinanza, preghiera per quella vita spezzata così brutalmente. Anche la pescheria dove la donna lavorava da 17 anni, a borgo Rivo, ha chiuso in segno di lutto. «Oggi pomeriggio quando sono venuto al lavoro – racconta Marco, il titolare – ho visto che Zenepe non aveva ancora aperto e mi sono stupito. Però mi sono detto: forse tarderà qualche minuto. Poi ho visto che non arrivava, ho chiamato il figlio – erano più o meno le quattro e un quarto – e ho scoperto cosa era accaduto. Sono sconvolto, era una donna impeccabile che conosceva la fatica e il sacrificio, una persona d’oro, buona come pochi. Il dolore è enorme».
VIDEO – IL LUOGO DEL DELITTO
FOTO – IL LUOGO DEL DELITTO
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