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Tutto quello che c'è da sapere sull'incriminazione di Trump

Donald Trump è il primo ex presidente della storia degli Stati Uniti ad essere sottoposto ad un processo penale. Il Gran Giurì di Manhattan lo ha infatti incriminato in relazione ad un’indagine relativa al pagamento di 130.000 dollari che l’avvocato di Trump, Michael Cohen, avrebbe effettuato alla pornostar Stormy Daniels prima delle elezioni presidenziali del 2016. La donna avrebbe ricevuto il denaro, in cambio della garanzia di non diffondere la relazione che avrebbe avuto con The Donald nel 2006.

Al netto delle implicazioni morali e scandalistiche della vicenda – all’epoca del supposto flirt Trump si era da poco sposato con l’attuale moglie, Melania – secondo l’accusa il suddetto pagamento sarebbe avvenuto falsificandone la natura nei libri contabili, e tramite l’impiego dei finanziamenti della campagna elettorale per la Casa Bianca del 2016.

Detto altrimenti, Trump avrebbe “comprato” il silenzio di Daniels deducendo la somma versata alla donna dalle sue spese fiscali, e facendo passare il versamento come spesa legale. L’esatto capo di accusa nei confronti dell’ex presidente non è tuttavia ancora reso noto.

Questi, in estrema sintesi, i fatti emersi negli ultimi giorni. Ma che cosa è realmente accaduto nello specifico? E cosa accadrà da qui alle prossime settimane? Trump finirà in galera? Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’ennesimo Trumpgate.

Di che cosa è stato accusato Trump?

Le accuse sono al momento segrete. Il Gran Giurì ha votato per incriminare l’ex presidente repubblicano, 76 anni, a seguito di un’indagine condotta dal procuratore distrettuale di Manhattan, il democratico Alvin Bragg. Trump è finito nell’occhio del ciclone per il presunto pagamento in contanti recapitato all’attrice di film per adulti, Stormy Daniels, prima delle elezioni presidenziali del 2016, fatto passare come spesa legale.

Qual è la gravità del reato?

Per la legge di New York, mascherare simili pagamenti nei registri aziendali è un reato, ma in genere si tratta soltanto di un reato minore (misdemeanor). Diventa un crimine (felony) se i falsi documenti aziendali hanno lo scopo di oscurare un secondo reato. In questo caso, nella storia di Trump, per l’accusa il secondo reato sembrerebbe coincidere con l’uso dei fondi per la campagna presidenziale del tycoon, presumibilmente in violazione delle leggi sul finanziamento della stessa campagna. La prova più forte di un legame con la politica potrebbe essere la tempistica: dopo mesi di richieste, il denaro sarebbe stato trasferito all’avvocato di Daniels il 27 ottobre 2016, e cioè pochi giorni prima delle elezioni presidenziali del medesimo anno.

Qual è il ruolo di Michael Cohen, l’ex avvocato di Trump?

Trump ha insistito, nell’aprile 2018, di non essere a conoscenza di questo “denaro segreto”. Il suo ex avvocato, Michael Cohen, ha però fornito al Congresso una serie di prove per smentire la versione del magnate, spiegando anche che il tycoon e il suo equipe avrebbero nascosto lo scopo dei pagamenti etichettandoli falsamente come spese legali. Cohen, che è stato avvocato personale e fixer dell’ex presidente, è il principale testimone nell’indagine. L’ostinazione di Cohen contro Trump è criticata da molti, in quanto ritenuta una modalità per riabilitare la sua reputazione; altri invece lo appoggiano e lo sostengono, convinti che abbia avuto coraggio a sfidare l’ex presidente Usa.

Quali sono i prossimi passi giudiziari?

L’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan Bragg ha dichiarato di aver contattato l’avvocato di Trump per coordinare la sua resa e la formalizzazione dell’accusa. Il tutto dovrebbe avvenire nei prossimi giorni a New York. Per qualsiasi imputato di New York, rispondere alle accuse penali significa farsi prendere le impronte digitali e fotografare, rispondendo a domande basilari come nome e data di nascita. Gli imputati sono solitamente detenuti per almeno diverse ore durante l’accusa. Terminato l’iter, un giudice è chiamato a decidere se l’imputato dovrà essere rilasciato su cauzione o preso in custodia. Nel caso in cui Trump dovesse effettivamente consegnarsi, è lecito supporre un processo e un rilascio relativamente rapidi.

Quali sono le tempistiche?

Potrebbero servire molti mesi per iniziare un processo contro un ex presidente degli Stati Uniti. Anche se entrambe le parti desiderassero procedere rapidamente, la risoluzione delle questioni legali e costituzionali si estenderebbe quasi sicuramente al prossimo anno, quando si terranno le elezioni presidenziali.

Trump finirà in manette?

È altamente improbabile che un ex presidente venga fatto “sfilare” in manette su un marciapiede o in un tribunale affollato. In ogni caso, da giorni è in atto una sicurezza extra intorno al tribunale di Manhattan, dove Trump dovrebbe fare la sua prima apparizione.

Trump rischia il carcere?

In teoria può rischiare fino a quattro anni per una condanna per reati contabili, o una detenzione ancora più lunga se Bragg dovesse “colpirlo” con più reati. Certo è che Trump non è stato né condannato né processato. L’idea di vederlo in prigione appare però inverosimile.

E se Trump decidesse di non presentarsi a New York?

Ipotesi tecnicamente plausibile, anche perché l’ex leader repubblicano continua a definirsi innocente. In tal caso, Trump potrebbe scegliere di non consegnarsi alle autorità di New York, costringendole a chiederne l’estradizione dalla sua residenza in Florida. Il governatore dello Stato, Ron De Santis, un potenziale rivale di The Donald per la nomina presidenziale repubblicana del 2024, ha affermato che il suo Stato non concederà una richiesta di estradizione. Gli esperti legali ritengono tuttavia che qualsiasi tentativo di combattere l’estradizione si tradurrebbe, nella migliore delle ipotesi, in un ritardo. Con il risultato che Trump dovrebbe, alla fine, comunque presentarsi a New York per affrontare le accuse.

Ma Trump può candidarsi alle elezioni presidenziali del 2024?

Sì, Trump può portare avanti la sua campagna elettorale per le elezioni del 2024 nonostante le accuse penali. La Costituzione degli Stati Uniti non impedisce di candidarsi alla presidenza mentre si devono affrontare accuse (e nemmeno con un’eventuale condanna). Quasi sicuramente il tycoon cercherà di capitalizzare il caso giudiziario che lo vede coinvolto per incrementare il bottino elettorale.

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