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Vite svanite sull'asfalto

Era ancora il secolo passato: il 1996 o il 1997. Non ricordo. A quell’epoca leggevo ancora i quotidiani perché c’erano quotidiani da leggere. All’epoca c’era una notizia ricorrente sulle vittime di incidenti gravi durante il fine settimana: giovani tra i 18 e i 28 anni che si schiantavano nella notte al ritorno dalle discoteche. 200 morti su un totale di 7mila vittime. Nel 1996 erano quasi raddoppiate.

Cominciai a pensare che una simile carneficina fosse un problema sociale di grande rilevanza e che valeva la pena lavorarci. Presi quindi contatto con la polizia stradale e il 118 e passai cinque fine settimana sulle strade nebbiose della Lombardia. Alla fine, mostrai il mio lavoro ai principali settimanali. Non lo volle nessuno. Grandi complimenti, certo, ma la pubblicità della Fiat e delle altre case automobilistiche era più importante. Diversi anni dopo, Il Diario di Deaglio, grazie all’interessamento di Maurizio Garofalo allora Editor del giornale, decise di pubblicare questo reportage. Ma ci vollero anni. E altri morti, tanti morti, sull’asfalto. Tante scarpe lasciate sull’asfalto. Tanti volti straziati e tante macchine capovolte.

Siamo nel nuovo secolo. Solamente nel 2022 si sono registrati 1489 decessi di giovani su 60mila mila incidenti, con un aumento della percentuale tra i giovani tra il 34% e il 41%. Muoiono anche i giovanissimi tra i 14 e i 16 anni. E muoiono anche I bambini.

Certo, il numero di auto è aumentato e le vetture sono sempre più potenti e veloci. Le strade, invece, sono peggiorate. Come è peggiorata la responsabilità di padri che affidano dei veri e propri bolidi a figli magari appena patentati. Ma così è. E non mi consola il fatto che la situazione sia simile in tutta Europa.

Nel 1996 era al governo Romano Prodi. Si parlò di questo problema e molto si promise per risolverlo. Ma le discoteche continuarono a chiudere alle sei del mattino. Provai ad offrire gratis il mio lavoro al ministero dell’Interno. Potevano usarlo come volevano, ma dopo una prima chiacchierata al telefono svanirono come molte vite sull’asfalto.

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