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Zona Verde di Giove non si vende, avviata una petizione popolare

Zona Verde di Giove non si vende, avviata una petizione popolare

La battaglia in difesa dell’area pubblica nota come Zona Verde di Giove, sostenuta dal Comitato promotore di una Petizione popolare, avviata l’11 febbraio scorso, non si arresta. I 700 sottoscrittori, quasi la metà degli aventi diritto al voto, si oppongono al progetto dell’Amm.ne Morresi di vendere un’area di 3500 mq di grande valenza sociale. Un’area in gran parte alberata, comprensiva di un locale bar e punto ristoro.

Un’area che è a servizio dell’adiacente area giochi bambini, del campetto sportivo polivalente e del piccolo parco comunale, in cui si ritrovano gli abitanti di ogni età in ogni stagione dell’anno. Ciò che allarma la popolazione sono le enormi potenzialità edificatorie assegnate all’area con la Del. CC che a dicembre ne ha previsto la vendita a privati: 3900 mc di nuovo costruito da aggiungere agli esistenti 900mc circa, per la realizzazione di un complesso residenziale e commerciale di forte impatto. Uno sfruttamento edilizio che renderà la Zona verde irriconoscibile e del tutto inadeguata alle funzioni sociali e ricreative ad oggi ospitate.

I promotori della petizione ribadiscono che la vendita decisa dalla Giunta, guidata dal sindaco Morresi, sia un atto inaccettabile: la zona Verde deve restare pubblica perché è un bene comune identitario in cui la popolazione di Giove si riconosce e nei confronti del quale vi è un diffuso e condiviso sentimento di appartenenza e di affezione. Semmai va valorizzata e sviluppata, giammai utilizzata per fini privati e speculativi. La trasformazione della zona verde proposta dall’amministrazione è anche incomprensibile, considerato che nel cuore del paese di Giove ci sono numerose aree residenziali e case già costruite e tantissimi locali commerciali liberi e pronti all’uso. Perché quindi costruirne altre? Perché svendere un’area pubblica di valenza sociale così forte?

L’amministrazione sostiene che la vendita dell’area sia necessaria a fare cassa per acquistare gli impianti sportivi di proprietà della Parrocchia. Però, nella assemblea del 10 marzo sono state smentite trattative in corso tra Comune – Parrocchia e Curia. Al momento non c’è neppure una primordiale stima dell’operazione di eventuale acquisto. Il Comitato non si ferma, a breve saranno depositate le 700 firme già raccolte, che rappresentano oltre la metà dei votanti considerato che molti cittadini, pur essendo contrari alla vendita, preferiscono non esprimersi pubblicamente.

La raccolta delle firme andrà avanti. Con il deposito di quelle già prese si chiederà però la immediata convocazione di un Consiglio comunale aperto, per la discussione e il voto sulle richieste del Comitato che sono: 1) la revoca formale della volontà di vendita dell’area, e in subordine 2) la sospensione della procedura e l’avvio di una consultazione referendaria. E vedremo se il Sindaco confermerà la volontà dell’Amministrazione di andare avanti contro la volontà della sua popolazione che ovviamente non resterà a guardare.

Il Comitato promotore GIOVE NON SI VENDE

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