La Metropolitan Police lo ha espulso
Carmine Di Niro — 17 Gennaio 2023
Per Scotland Yard, la Metropolitan Police di Londra, è come ripiombare nell’incubo già vissuto con la storia di Wayne Couzens, l’agente di polizia che rapì e uccise la 33enne Sarah Everard nel parco londinese di Clapham Common.
Ora la polizia della capitale deve fare i conti con un nuovo caso simile. Il principale corpo di polizia del Regno Unito ha infatti espulso dai suoi ranghi l’agente David Carrick, arrestato un anno e mezzo fa per gravi sospetti abusi sessuali condotti durante circa due decenni di servizio.
Un provvedimento che arriva all’indomani della notizia resa pubblica ieri della sua dichiarazione di colpevolezza di fronte a un tribunale per ben 49 capi d’imputazione: tra questi ci sono 24 stupri nei confronti di 12 differenti donne, oltre ad altre aggressione e molestie vari.
Tutti crimini che il 48enne Carrick ha commesso tra il 2003 e il 2020, senza che Scotland Yard riuscisse a capire che tra le sue file si nascondeva un ‘mostro’. Carrick, 48 anni, era stato sospeso dal lavoro nell’unità armata che protegge i parlamentari e i diplomatici stranieri da quando sono emerse le accuse alla fine del 2021.
BREAKING. David Carrick, a Metropolitan police officer has admitted at least 80 sex attacks, including 47 rapes, against a dozen women. It means that one of the country’s worst sex offenders has been working at the force for 20 years
— Fiona Hamilton (@Fhamiltontimes) January 16, 2023
Eppure il passato dell’agente era quantomeno oscuro: nel 2000 e nel 2001, quando Carrick era appena entrato in polizia, era stato segnalato per molestie e minacce nei confronti di una sua ex partner. La polizia però fece cadere le accuse interne e per quasi 20 anni Carrick, sfruttando anche la sua professione, ha potuto agire indisturbato o quasi.
La ‘scossa’ che ha portato alle nuove indagini sull’ormai ex agente di Scotland Yard è stato proprio il drammatico omicidio di Sarah Everard, che provocò una ondata di indignazione nel Paese e nelle capitale.
Nell’ottobre del 2021 una donna dell’Hertfordshire denunciò per la prima volta l’agente, nativo di Stevenage, a circa 50 km a nord di Londra. La vittima raccontò le violenze, lo stupro e le umiliazione subite da Carrick. Da lì altre vittime dell’agente della Metropolitan Police di Londra si sono fatte avanti, portando gli investigatori a capire anche il modus operandi del poliziotto.
Carrick, come riferito dalle numerose vittime, conosceva le donne su app di incontri online come Tinder: quindi passava prima alla violenza psicologica e poi a quella fisica. Per mesi, e in alcuni casi anni, l’ex poliziotto ha minacciato alcune delle sue vittime, anche con la pistola di servizio e sfruttando così il suo ruolo di forza dell’ordine. Alcune delle donne rimaste intrappolate nel piano di Carrick sono state picchiate, violentate, rinchiuse in armadi, in alcuni casi vietava loro di parlare con i loro figli.
Il caso di Carrick è stato definito dalla stessa Scotland Yad il frutto di un “orrendo fallimento” dei sistemi di controllo dai vertici dello stesso dipartimento, che hanno dovuto ammettere come l’ex agente avrebbe potuto e dovuto essere fermato prima.
800 officers under investigation for abuse is clear evidence that there is something rotten at the heart of the Met.https://t.co/VjzYRwd604
— Diane Abbott MP (@HackneyAbbott) January 17, 2023
Mark Rowley, nuovo comandante della Metropolitan Police in carica da pochi mesi, ha annunciato di aver disposto la riapertura dei fascicoli su ben 1600 denunce interne presentate negli ultimi 10 anni. Anche la ministra dell’Interno, Suella Braverman, è intervenuta sulla vicenda parlando oggi ai Comuni, sottolineando che è “vitale che la Metropolitan Police e le altre forze dell’ordine raddoppino i loro sforzi per stanare i poliziotti corrotti. E questo – ha avvisato – potrebbe significare l’emergere nella breve distanza di altre vicende shockanti“.
Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia
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