Il malore mentre girava un film a Napoli
Antonio Lamorte — 25 Marzo 2023
Jerry Calà si è spaventato e pure parecchio a causa dell’infarto che lo ha colpito una settimana fa a Napoli, mentre girava il suo nuovo film. Dice in un’intervista a Il Corriere della Sera Veneto che non ha mai avuto paura di morire. “Il pensiero non mi è balenato. Sentivo questo dolore, ma sempre con lucidità. Ho temuto piuttosto interventi complicati, magari a cuore aperto. Chiedevo ai medici ‘ma adesso mi aprite?’ e loro ridevano e mi spiegavano passo passo che mi stavano mettendo una sonda attraverso una mano. Poi magicamente il dolore pressante è sparito e così li ho fatti ridere ancora di più, ho esclamato: ‘Vi dico quel che volete, libidine, doppia libidine, vi dico tutto’”.
A Napoli lo è venuto a prendere il figlio da Verona. È tornato a casa in treno, si è rimesso. “Sono stati più che bravi. Ringrazierò sempre Napoli e la sanità di Napoli perché mi hanno salvato la vita”. Non sono mancati gli attacchi dei no vax sui social, attacchi cui comunque non ha fatto caso. Alcuni gli hanno augurato la morte, la maggioranza gli ha dimostrato così tanto affetto che neanche se lo immaginava. A preoccuparsi, tra le prime, la sua amica ed ex compagna Mara Venier.
“Lo spavento è stato fortissimo, inutile che ce lo nascondiamo. Anche perché se non ti è mai capitato non è che lo riconosci immediatamente. La prima sensazione è quella di un’indigestione e con questo ragionamento stavo perdendo un po’ di tempo. Ero da solo in hotel, avevo cenato in camera e ho iniziato a sentire un dolore al petto abbastanza forte. Siccome venivo da una settimana di riprese in esterni in Molise, dove abbiamo preso un sacco di freddo, mi son detto ‘sarà quello, o il cibo’. Poi questo dolore si è fatto più forte ed è stato accompagnato da sudori freddi pazzeschi, quindi ho chiamato il 118: in pochissimo tempo sono arrivati in camera”.
In sala operatoria gli hanno chiesto di dire “libidine”, la sua battuta più famosa. “Erano tutti miei fan, dottori abbastanza giovani in quell’età in cui mi dicono ‘siamo cresciuti con i tuoi film’. Quindi erano anche un po’ emozionati e mi dicevano di non fare scherzi. Poi, quando ormai la cosa era risolta e mi sentivo più tranquillo, qualche battutina la concedevo e li facevo anche sorridere. Mi sono rilassato perché ho proprio capito di essere nelle mani di gente che sapeva quel che faceva“.
Fortunatamente l’attore si è rimesso. Non ha intenzione di mettersi di nuovo subito al lavoro. “Sono le cose che si dicono sotto l’effetto degli oppiacei che ti danno in ospedale. Adesso starò tranquillo sul divano per minimo 30 o 40 giorni, farò qualche passeggiata a vedere i cantieri, starò in famiglia. Certo senza perdere i contatti per il film“. Film della casa di produzione Vargo, quasi finito, Chi ha rapito Jerry Calà?. “È un’idea stramba e auto-ironica, in cui un gruppo di miei fan in ambasce economiche mi rapisce pensando che ci sarà subito un riscatto. Invece tutti i miei amici a cui telefonano dicono ‘tenetevelo’”
Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.
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