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Lettera / Per sfatare il mito del darwinismo – Aldo Maria Valli

di Roberto Bonato

Caro Valli,

mi permetto di inviarle un contributo all’ottimo dibattito sull’evoluzione che ha avuto luogo su Duc in altum qualche mese fa [si veda per esempio qui, qui, qui].

È da poco uscita per le edizioni Radiospada la mia traduzione di alcuni scritti di Dominique Tassot, ingegnere francese che si occupa dell’argomento da diversi anni ed ha raccolto intorno a sé un certo numero di scienziati e filosofi i quali, pur essendo una minoranza, conducono coraggiosamente una battaglia d’avanguardia contro la narrativa dominante, tutta fondata su evoluzionismo, darwinismo, Big Bang e compagnia brutta. Conformismo e interessi inconfessabili, infatti, non hanno aspettato il Covid per piegare la scienza, ma erano già all’opera da un bel po’. Il libro si intitola Il Darwinismo: un mito tenace smentito dalla scienza [qui] e va controcorrente. Tassot prende di petto la questione e l’affronta senza reticenze, dando uno sguardo complessivo e mettendone in discussione i fondamenti in campo ideologico, biologico, paleontologico e geologico. Nel farlo cita diversi autori: alcuni apertamente anti–evoluzionisti, altri evoluzionisti ma di scuole diverse e talvolta in conflitto tra loro, ma soprattutto riporta molte espressioni di Darwin, per mostrarne le idee e la visione del mondo.

Informo che ho anche curato i sottotitoli italiani di una straordinaria serie di documentari realizzati dal Kolbe Center [qui] e con Tassot stiamo lavorando a un doppiaggio in francese.

In diciassette video, per più di diciotto ore di trasmissione, si trovano tutte le spiegazioni – da un punto di vista sia filosofico, sia scientifico e teologico – a sostegno della plausibilità della Genesi ad litteram e sull’insostenibilità dell’evoluzionismo, vero e proprio mito cosmogonico della visione atea (o, nel migliore dei casi, deista) del mondo.

Sarebbe bello riaprire un dibattito che in Italia e in Europa viene presentato come risolto, mentre in America è ancora aperto, e all’interno del quale scienziati rispettabili non esitano ad abbracciare le interpretazioni più letterali della Genesi e a mostrare la coerenza scientifica, filosofica e teologica di quella che è stata per due millenni la comprensione della Chiesa sull’origine del mondo e dell’uomo.

No, il Creazionismo non è una cosa per trogloditi, nata da qualche setta fondamentalista protestante persa nella Bible Belt. È la base della visione cristiana e cattolica del mondo, la roccia sulla quale giganti del pensiero come san Tommaso d’Aquino e sant’Agostino hanno posto le basi della nostra civiltà, la chiave per la comprensione del mondo che ha reso possibili la scienza e la tecnologia occidentali.

Pur minoritaria nel panorama culturale e scientifico attuale, è una posizione perfettamente legittima e razionale, checché ne dicano i sacerdoti del culto scientista e darwinista, troppo spesso con il plauso fin troppo entusiasta di uomini di una Chiesa ansiosa di apparire alla moda ed evoluta.

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