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Morto il cardinale Pell. Per complicazioni dopo un intervento. Aveva 81 anni – Aldo Maria Valli

È morto all’età di 81 anni il cardinale australiano George Pell.

The Age e Sydney Morning Herald hanno confermato la notizia da più fonti.

Si ritiene che Pell sia morto a seguito di complicazioni dovute a una sostituzione dell’anca.

Il corrispondente vaticano Colm Flynn è stato tra i primi a dare la notizia. “Ho appena parlato con la sua famiglia e posso confermare la triste notizia della scomparsa del cardinale George Pell all’età di 81 anni”.

Pell venne accusato di abusi su due chierichetti di tredici anni, all’interno di una sacrestia. I fatti risalivano a diversi decenni prima. Lasciò Roma, dove ricopriva l’incarico di prefetto della Segreteria per l’economia, e rientrò a Sydney “per affrontare le accuse che gli sono state mosse”, come fece sapere la Santa Sede.

Nel 2018 la condanna da parte della corte distrettuale dello Stato del Victoria, a sei anni di reclusione. L’appello venne respinto, la condanna confermata e per lui si aprirono le porte del carcere. Nell’aprile del 2020, però, la Corte Suprema australiana decise all’unanimità il proscioglimento e il rilascio immediato.

Il cardinale si era sempre dichiarato innocente, definendo il reato di cui è stato accusato un crimine orribile e intollerabile. La sentenza di proscioglimento venne salutata con soddisfazione dalla Santa Sede, che – in un comunicato – affermò di aver sempre riposto fiducia nell’autorità giudiziaria australiana. Il 12 ottobre successivo, in un incontro in Vaticano, lo stesso Papa Francesco lo ringraziò per la sua testimonianza.

Una volta rientrato a Roma pubblicò un libro di memorie, “Diario di prigionia”, e aprì una polemica su un trasferimento di denaro – questa la sua denuncia – dall’Europa all’Australia in concomitanza con le sue vicissitudini giudiziarie.

“Ci sono tante possibilità”, disse riferendosi all’ipotesi che qualcuno avesse voluto disfarsi della sua ingombrante presenza in Vaticano, “Ovviamente la crisi degli abusi sessuali è stata grande, sia per i crimini sia per il modo in cui i vescovi l’hanno trattata. Nel mondo anglosassone ci sono ‘guerre culturali’, io sono un conservatore, l’opposizione piu’ forte alla secolarizzazione viene da noi, e questo era un altro elemento di difficoltà.

Alcuni parlano di una connessione possibile tra i problemi nel mondo delle finanze qui e i miei problemi in Australia, ma non abbiamo prove. Sappiamo che del denaro e’ andato dal Vaticano all’Australia, due milioni e 230 mila dollari, ma finora nessuno ha spiegato perché”.

Fonti:

smh.com.au

agi

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