Al quotidiano La Repubblica parla l’insegnante aggredita in classe dalla mamma di un’alunna, in cui racconta la propria esperienza e le sensazioni in seguito all’episodio.
Picchiata e insultata, aiutata da nessuno
“Non so quando tornerò a scuola. In 34 anni di insegnamento ho sempre pensato di lavorare in un ambiente protetto. Ora so che non è così. Sono scossa. Non ho dormito. Continuo a ripensare a quanto mi è accaduto, ma soprattutto al trauma subito dai miei alunni“.
L’insegnante, riferisce di essere stata picchiata e insultata e di non essere stata aiutata da nessuno. Solo gli alunni, a quanto pare, le sarebbero stati vicino durante questo momento. Ed è proprio agli alunni a cui la donna rivolge il suo pensiero, raccontando di averli rassicurati: “Sono stati gli unici a provare ad avvisarmi. Sentendo quanto accadeva in corridoio, hanno capito prima di me i rischi che correvo. E sentendo bussare con insistenza mi hanno detto di non aprire la porta“.
L’insegnante picchiata ha raccontato di essere stata convocata in presidenza il giorno prima ricevendo la comunicazione che una famiglia l’accusava di favorire alcuni studenti rispetto ad altri.
“Per me gli alunni sono tutti uguali e ho ricercato un dialogo con i giovani a cui non devo solo insegnare inglese, ma provare a trasmettere di più. Un’idea su come affrontare difficoltà e prove. Una ragazza ha cominciato ad agitarsi, mi ha detto che non si sentiva molto bene. Mi ha solo chiesto di uscire e dopo un po’ è arrivata la madre. Non mi sarei mai immaginata che potesse accadermi una cosa del genere nella mia scuola”, ha spiegato.
La causa scatenante che ha indotto la madre ad aggredire la docente sarebbe stato proprio il rendimento della figlia che presentava dunque voti bassi
L’insegnante non sa quando rientrerà a scuola. Ma una cosa è certa: denuncerà gli aggressori. Ma anche la scuola, colpevole a suo avviso, di non averla tutelata: “Nessuno mi ha aiutato. Nessuno che abbia almeno tentato di intervenire o fermare la donna. Solo i miei alunni mi sono stati accanto. Hanno provato a circondarmi e la mamma ha cominciato ad insultare anche loro”.
Tanto è vero, riferisce la donna, che in ospedale è andata da sola.
L’episodio ha portato, ancora una volta, a riflettere sul rapporto genitori-scuola, a come sia diventato veramente difficile far dialogare in modo costruttivo questi due mondi.
Anche la docente aggredita rileva un cambiamento ormai netto dei questa relazione, con le famiglie ormai troppo spesso dalla parte opposta della scuola e degli insegnanti. Anche se, ammette l’insegnante, “mi rendo conto che la maggioranza la pensa come me“,
Da ricordare che proprio nella giornata di ieri, 24 marzo, il Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, ha espresso la propria solidarietà confermando il proprio impegno nei confronti della violenza contro i docenti: “Di fronte a questo preoccupante susseguirsi di aggressioni ai danni del personale della scuola, il Ministero dell’Istruzione e del Merito valuterà i presupposti per proporre una costituzione di parte civile, eventualmente lamentando anche un danno d’immagine all’Amministrazione. Docenti e presidi non saranno lasciati soli”.
La solidarietà della comunità scolastica e della Dirigente
In queste ore, la comunità scolastica del Liceo ha divulgato una nota con la quale si esprime “solidarietà e vicinanza alla professoressa Lucia Celotto, vittima di un’aggressione all’interno della sede succursale di via Virgilio nella mattinata di giovedì“.
“Siamo tutti vicini alla docente”, ha dichiarato la dirigente scolastica, “in queste ore difficili mi faccio portavoce dell’intera comunità scolastica. La violenza non dovrebbe mai entrare nei nostri istituti“.
La dirigente ha avviato tutte le azioni necessarie per ricostruire quanto accaduto. La madre dell’alunna che si è resa protagonista dell’aggressione, secondo quanto riferito in una nota, “era arrivata a scuola dopo essere stata contattata dai responsabili di sede, in quanto la figlia aveva avvertito un forte malore. Nel corso dei concitati attimi in cui il personale scolastico era intento a prestare i soccorsi alla ragazza, si è consumata l’improvvisa violenza“.
“I collaboratori scolastici avevano identificato la signora all’ingresso. Non vi è stata un’irruzione“, ha precisato la dirigente scolastica, “la scuola è sempre presidiata ma purtroppo il momento di emergenza con il malessere della ragazza che peggiorava di minuto in minuto ha reso particolarmente complicata la situazione con la necessità di sollecitare a più riprese l’intervento del 118“.
Un collaboratore scolastico, continua la nota, è intervenuto per bloccare la madre dell’alunna che era riuscita ad intercettare la docente. “Nulla può giustificare quanto accaduto. Lo sforzo quotidiano del sistema scolastico è quello di accompagnare gli studenti nella loro crescita personale, di formarli anche alla corretta gestione delle relazioni, di coltivare dialogo e confronto“, ha continuato la dirigente scolastico che subito dopo aver appreso “dell’ingiustificabile episodio ha contattato la docente“. “L’impegno di tutti i docenti, del personale ata e dell’intera comunità scolastica è quello di dare forza al patto educativo che ogni giorno deve legarci agli alunni e alle loro famiglie alla ricerca di soluzioni condivise”, ha concluso la dirigente scolastica, “nella consapevolezza che nessuno verrà mai lasciato solo“.
Valditara, Stato parte civile contro chi picchia i docenti. ‘Chi aggredisce paghi anche per il danno di immagine’
“Se uno si alza in piedi prende a pugni un insegnante io proporrò che il ministero si costituisca parte civile nel processo penale e chi prende a pugni non avrà di fronte solo l’insegnante ma anche lo Stato perché paghi per il danno di immagine alla missione educativa della scuola“. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, intervenendo alla scuola di formazione politica della Lega a Milano.