Sono passati dodici anni da quando i tre fondatori Daniele Regoli, Valerio Ciardello e Marco Borsero hanno aperto il primo punto vendita a Torino, in Via Maria Vittoria. Fin da subito l’idea è stata chiara: servire un menu di patate ripiene (l’italianizzazione delle jacked potatoes) con ingredienti di qualità e del territorio. Dodici anni dopo tutto è rimasto (quasi del tutto) intatto.
L’azienda è stata acquisita a gennaio 2021 dal gruppo Cirfood Retail – lo stesso di Antica Focacceria S. Francesco e Kalamaro Piadinaro – e da quel momento l’obiettivo del brand è quello di espandersi, pur mantenendo gli standard alti. Sono infatti in programma altre tre aperture: entro la fine del 2023 Bologna e, nel prossimo anno, Genova e Padova.
L’ambiente
Il nuovo locale di Poormanger sorge negli spazi che furono del ristorante-pizzeria Stars & Roses. Il restauro, affidato all’architetto Valentina Pelizzetti, ha ridato nuova vita agli spazi, pur andando a ripescare nel passato, come già fatto nelle altre insegne, comprese quelle milanesi. In un ambiente su due livelli, che conta sei sale e oltre 200 coperti, sono protagonisti specchi, lampadari di design, sedie e divanetti ocra e azzurro pastello, gli stessi colori di una carta da parati che fa da sfoggio all’ingresso, insieme a valigie, radio, cornetta e macchina da scrivere d’antan.
Da apprezzare, anche, il lavoro fatto sulla pavimentazione, in particolare nella creazione di un patchwork di piastrelle all’arrivo al piano superiore. Chiude il discorso stilistico architettonico la scelta di tavoli in legno conviviali negli spazi più ampi e quella di neon instagrammabili: chi mangia patate non muore mai e potato killed the video star.
Il menu del quinto Poormanger è in comune a quello degli altri locali del gruppo. Quattro sono le sezioni in cui è suddiviso: l’Antipasto, le Zuppe e le Insalate, le Patate ripiene e I Dolci della casa.
Tra gli Antipasti, spiccano le tradizionali proposte del Vitello tonnato, della Parmigiana di melanzane (ordinabili anche in mezza porzione come la salsiccia cruda, valeriana e grana) e infine le Acciughe al verde e l’Hummus di ceci e sesamo, unico richiamo estero, sebbene nel vicinissimo Medioriente. In abbinamento, il pane del pugliese Panificio Convertino 1946 di Via Giolitti, a Torino.
Le Zuppe e le Insalate sono volutamente una proposta di ripiego in un locale come questo, che punta con forza sul suo unico prodotto di punta. Detto ciò, è bene notare come anche questa sezione sia curata a modo, con la scelta Vellutata di fave, piselli, menta e cuor di burrata che spicca sulla più semplice insalata di Riso nero con verdurine e maionese di carote.
Le Patate ripiene attualmente in menu sono ben quindici e ce n’è per tutti i gusti. Dalla vegana Crema di fave, scarola, uvetta, pinoli, olio, aglio e peperoncino alla marinara Seppie in umido con piselli, fino alla tradizionale Carbonara con crema al tuorlo d’uovo, guanciale croccante, pecorino e pepe e alla contemporanea Mortadella, stracciatella pugliese e pistacchi. Le patate scelte per la cottura sono da 400 g, vengono cotte con la buccia, mantecate con olio extravergine di olive liguri e poi farcite al momento.
A chiudere il menu, vi è una ristretta selezione di dolci della casa: Tiramisù, Cannolo siciliano e Coppa Poormanger, crema al gianduja, panna e biscotto/composta di fragole.
In abbinamento, si trovano in menu i popolari vini della casa bianchi/rossi, quattro scelte di Baladin (Nazionale – Ale, Super – Ambrata, Isaac – Blanche e Nazionale – Gluten free), una birra Pilsner Urquell, l’acqua microfiltrata e le bibite.