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The Bridge – Food and beer, Roma – Agrodolce

The Bridge – Food and beer è un gastro pub di quartiere in cui birre, cocktail e buon cibo si uniscono in un progetto che sa di unioni e beneficenza. Il nome del locale, che sorge a pochi metri dalla Basilica di S. Paolo, nell’epicentro della Roma industriale e universitaria, richiama il ponticello su cui il pub affaccia ma è anche una metafora. La connessione ideale tra le tre regioni, Toscana, Lazio e Campania, d’origine dei proprietari si percepiscono in ogni dettaglio, dalla cucina al beverage.

Quattro patron: due fratelli partenopei, Nicola e Stefano Ciccone, barman e sommelier il primo come il romano del gruppo, Giampaolo Santarelli e Mastro birraio l’altro. La chef, invece, parla toscano: la cucina di Serena Menci si ispira alle tradizioni di casa, quelle portate avanti e tramandate dalla mamma e la nonna, ma conquista anche un’accezione poliglotta, virando verso i piatti iconici capitolini e del sud Italia.

Ma iniziamo dal principio, o meglio, dalle birre: 9 proposte alla spina, tra cui 8 artigianali prodotte da piccoli birrifici nazionali con qualche aggiunta estera di nicchia. Poi, 30 etichette in bottiglia e in lattina che spaziano tra scelte, sempre artigianali, sia nostrane che non. Oltre alle bevande luppolate, The Bridge offre alla clientela la possibilità di sorseggiare ottimi vini con etichette che variano stagionalmente. Ovviamente essendo due dei titolari esperti bartender non poteva mancare una drink list selezionata che, tra il tardo pomeriggio e l’ora di cena, si può testate insieme a delle tapas home made.

Per ciò che concerne le proposte food, si comincia con gli antipasti e con alcuni di essi si approda inequivocabilmente nella terra natia della Chef con crostini con fegatini toscani e una pappa al pomodoro in versione più solida con burrata e pane bruscato all’aglio, saporita e sfiziosa.

Poi arriva il momento delle tartare con due opzioni in menu, entrambe di Fassona piemontese: la prima si chiama Equilibrio ed è condita con crema di pecorino, cipolle caramellate e scaglie di mandorle tostate, mentre, la seconda, dal nome Sapori del Sud, è con pesto di pistacchi, crema di burrata e scorza di limone. Due sapori diversi ma una costante: la qualità elevata delle materie prime.

I burger sono il fiore all’occhiello del locale con 13 tipologie diverse realizzate con carne locale della Macelleria romana Feroci più uno special. Si tratta de Er Piotta, hamburger di Wagyu giapponese da 200 g custodito all’interno di una foglia d’oro commestibile da 24 carati che si può gustare al costo di 100 euro a persona. Meno impegnativi ma comunque allettanti gli altri bun, come il Bridgino, burger all’americana (disponibile anche XXL) con insalata, pomodoro, cheddar, bacon e salsa The Bridge, con uno scopo benefico: per ogni panino acquistato, infatti, 1 euro viene devoluto alla Fondazione Ospedale Pediatrico Bambin Gesù.

Per chi non è amante della carne nessun problema, c’è il Veggie, un pink burger realizzato con fagioli Cannellini e rapa rossa abbinato a maionese vegana, insalata e avocado, morbido e gustoso. Non può mancare, poi, un omaggio alla Città Eterna con il Carbonaro, burger da 200 g, carbocrema, crema di pecorino e tartufo e guanciale, estremamente goloso ma adatto solo ai più temerari che accettano la sfida contro il colesterolo.

Si chiude con i dolci, tra cui la cheesecake consigliata per coloro che preferiscono un sapore più acidulo e scarico di zucchero oppure il Birramisù per chi non vuole mollare la bevanda schiumosa nemmeno con il dessert.

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